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Manutenzione degli impianti termici: ogni quanto va effettuata

Ultimamente nell’ambito della periodicità delle manutenzioni che si devono effettuare sugli impianti termici, stanno circolando informazioni non del tutto corrette.

Prima di tutto è necessario fare una distinzione tra rapporto di controllo di efficienza energetica e manutenzione.

Differenza tra i due termini

Con il termine di manutenzione si vuol intendere le varie operazioni ordinarie che vanno eseguite su un impianto per verificare se questo sia in linea con le norme di sicurezza, in modo da garantirne l’efficienza.

Le operazioni vengono effettuate sul generatore di calore, oltre ai collettori solari e al sistema di adduzione del gas.

Lo stesso vale anche nel caso nel caso si disponga di impianti vmc in casa: anche questi dovranno essere periodicamente controllati.

Quella di dotare le proprie case di impianti di ventilazione meccanica controllata, sta diventando una scelta sempre più apprezzata dal momento che si possono avere numerosi vantaggi dal punto di vista sia di economico che ambientale comportando un notevole risparmio energetico.

Soprattutto nel nord Italia si è avuto un boom di richieste di impianti vmc vicenza, dato le particolari condizioni climatiche, particolarmente rigide.

La manutenzione per migliorare l’efficienza energetica

Il Ministero ha inoltre sottolineato che il rapporto di controllo di efficienza energetica, a discapito della sua denominazione, deve essere compilato ogni volta che terminano le operazioni di manutenzione anche se è stata effettuato sono un controllo generico e il controllo di efficienza energetica non è stato eseguito.

Le varie operazioni di manutenzione richiedono almeno 45 minuti per gli impianti domestici fino ad 1 ora per quelli vmc.

Tempistiche inferiori indicano che vi è stata una scarsa manutenzione o imperizia da parte del tecnico che può essere anche passibile di sanzioni, in base a quanto stabilito dall’art. 13 della L.P. 04 ottobre 2012 n. 20.

Non a caso il DPR74/2013 sottolinea che l’impresa installatrice dovrà fornire indicazioni tecniche precise inerenti la cadenza con cui dovranno essere effettuati gli interventi.

Invece per gli impianti domestici, queste indicazioni non vengono fornite da chi ha installato la caldaia: in questo caso il legislatore prevede di seguire le prescrizioni che sono state elaborate dal chi ha prodotto l’apparecchio.

Ciascun dispositivo che viene acquistato è infatti provvisto di un manuale di istruzioni dove vengono indicate tutte quelle operazioni inerenti la manutenzione e la periodicità con cui si debbono eseguire gli interventi.

Cosa prevede il controllo di efficienza energetica

Per quanto riguarda il controllo di efficienza energetica, questo prevede che vengano misurati i parametri di combustione attraverso uno strumento e nel determinare il grado di efficienza dell’apparecchio.

Il grado di efficienza dell’apparecchio deve soddisfare quanto stabilito nell’allegato B del DPR74/2013, con un parametro di combustione del monossido di carbonio che deve essere inferiore a 1000 ppm come prevede la norma UNi10389.

Bisogna eseguire il controllo di efficienza ogni volta che viene effettuata la manutenzione anche se il DPR74/2013 prevede che per le caldaie a gas bisogna eseguire un controllo ogni 4 anni.

Questo controllo quindi non può segue necessariamente la periodicità prevista per le manutenzioni, ma per quelle caldaie a gas che hanno una potenza inferiore a 100kW, può essere effettuato ogni 4 anni anche se si consiglia di effettuarlo al termine di ogni manutenzione.

 

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